"Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c'è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia."
Enrico Berlinguer
Mi concederete di svolgere qualche rapida considerazione politica sull’esito della recente tornata elettorale, in Europa ed in Italia. Mi perdonerete, se in alcuni momenti parlerò in modo schietto, ma penso che passato sia il tempo delle mezze-parole e dei tentennamenti!
Partiamo dall’Europa per poi arrivare all’Italia.
L’esito delle elezioni in Francia, Grecia e Germania non mi ha particolarmente sorpreso ed è evidentemente molto in linea con quelle che sono le sensibilità e le tensioni che attraversano i vari paesi. Il filo conduttore è evidentemente il rifiuto di un’impostazione tecnocratica e liberista (di destra!), improntata al cieco rigore richiesto dai mercati, dalle banche e dalla finanza e quindi irrispettoso dell’equità, dei diritti e della giustizia sociale.
Ciò è evidente in Francia dove la vittoria di Hollande (di cui non posso che rallegrarmi, per quanto fatichi a riconoscergli quel profilo di freschezza che sarebbe opportuna in questa fase) e il risultato ottenuto dal FN del Le Pen, rappresentano un’evidente bocciatura della suddetta impostazione economica europea, di cui, Sarkozy (e più ancora Angela Merkel) era uno dei maggiori interpreti.
In Grecia, farei fatica a credere che qualcuno possa sorprendersi per come sono andate le cose: prima la destra ha portato il paese allo sfascio, poi la sinistra ha accettato di implementare delle misure da lacrime e sangue di macelleria sociale, per accontentare la rigorista Merkel (leggasi: i mercati!). Ed, in questo scenario, devastato da un punto di vista politico e sociale ci sorprendiamo che emergano i neo-nazisti? Ottant’anni fa, non andò nello stesso modo???
Per quanto riguarda la Germania è opportuno attendere il voto del prossimo week-end per trarre conclusioni definitive, ma è chiaro che, da un lato, la coalizione di governo perde terreno, dall’altro si conferma il terrore dei tedeschi per il debito pubblico, quel terrore che la cancelliera sta interpretando.
E’ ovvio che gran parte del futuro dell’Europa, dipenderà dall’esito delle prossime elezioni politiche in Germania (più ancora che in Italia), ma è altrettanto chiaro che il terzetto Sarkozy-Merkel-Monti (per non parlare di Berlusconi prima!) sta subendo una grave sconfitta, perché evidentemente, i cittadini europei non sono convinti che la loro ricetta sia quella giusta per uscire dai guai. E’ evidente che il debito pubblico non deve essere aumentato e, dove è possibile, diminuito (altrimenti annienteremmo anche il futuro delle prossime generazioni, dopo aver già distrutto quello della nostra), ma ciò deve essere fatto in modo progressivo e NON sotto la dittatura dei mercati (dai quali, evidentemente, i signori sopracitati sono “influenzati”), per migliorare l’equità, i diritti sociali e per redistribuire la ricchezza.
L’Europa deve voltare pagina, se vuole salvarsi: non più un Europa Economica (o non solo), ma un’Europa Politica, non più un’Europa dei mercati e del Rigore, bensì un’Europa dei diritti, dell’equità e dello sviluppo!
Quanto accaduto in Italia alle elezioni amministrative ricalca in qualche modo quanto accaduto nel resto d’Europa, ma con le sue specificità prettamente italiane.
Partiamo dai fatti: il PdL e la Lega sono, di fatto, scomparsi, il che prova che non sono stati in grado di sopravvivere alla caduta dei loro “padri” (Berlusconi e Bossi) e al fatto di essere travolti da quattro anni di governo inqualificabile dal punto di vista economico, politico, sociale ed etico e da una lunga serie di scandali! Profetizzo che da oggi il PdL incomincerà a disgregarsi il che, personalmente, non posso che considerarlo un fatto positivo!
Mi pare altresì chiaro che il progetto del cosiddetto “Grande Centro” non abbia riscosso quel grande consenso nell’elettorato. Invito certi colleghi del PD a valutare attentamente se sia effettivamente questa la strada da seguire e se un’alleanza con quell’area sia opportuna.
Sul PD tornerò fra un attimo, per ora mi limito a dire che esso ha, in qualche modo, tenuto la linea, ma questo lo attribuirei al fatto che non ha governato per gli ultimi 4 anni (ed è stato quindi leggerissimamente meno bersagliato dall’antipolitica) e perché è stato in qualche misura meno travolto dagli scandali, almeno recentemente. Ma certo non si può parlare a cuor leggero di vittoria e, come spiegherò più avanti, posso facilmente profetizzare che, se non cambia marcia, alle prossime elezioni politiche, il PD farà la fine del PdL!
Veniamo ora all’antipolitica, con cui indico collettivamente (commettendo una evidente forzatura) fenomeni quali l’Astensionismo, il Grillismo, l’Antipartitismo ed il proliferare di Liste Civiche, tutti aspetti dello stesso problema ed i veri vincitori (non ci sono dubbi) di queste elezioni!
Esordisco con un paio di considerazioni generali sull’antipolitica. Essa mi irrita per due ordini di ragioni: innanzi tutto il più o meno esplicito concetto che la società civile sia “migliore” della politica. Faccio presente che in un regime democratico (pur macroscopicamente imperfetto come il nostro), la politica è uno specchio della società e se la politica è poco credibile, significa che anche la società da cui trae origine è soggetta a qualche problema. In secondo luogo, l’antipolitica presuppone il concetto che dei partiti di possa fare a meno: bene, mi spiegate quali altre forme di intermediazione presupponete de debbano intervenire al loro posto, preservando la democrazia.
Perché, la vogliamo preservare, vero?
Ma, soprattutto, rilevo un fatto. La situazione attuale presenta moltissime analogie con quella di vent’anni fa, quando un’intera classe politica fu travolta (ma, ahimè, non spazzata via) dagli scandali giudiziari e politici, anche in quel caso, in una situazione economica difficile. Il risultato fu che, invece di pretendere la sostituzione totale della classe dirigente con una nuova leva seria e onesta, gli Italiani si affidarono ad un imprenditore, immagine di un certo “sogno” italiano, col sorriso sulle labbra, la battuta facile e la promessa di una non meglio precisata “rivoluzione liberale”, che in qualche modo evocava un paradiso di individualismo sfrenato. I risultati di tutto ciò li conoscete tutti, ma forse il più grave è di avere cristallizzato quella stessa classe politica fallimentare fino ad oggi!
Ed oggi arriva un comico, con la battuta ancora più facile, la tendenza ad affermare che i politici sono tutta feccia ed evocando chissà quali prospettive di cambiamento!
Non vedete alcuna analogia in questo?
Sembra che gli Italiani siano un popolo che fa fatica ad imparare dai propri errori!
Certo, noi politici, non li stiamo aiutando, in questo senso!
Infatti, se l’antipolitica non è una soluzione del problema (ma semmai un suo aggravarsi), oltre che una tendenza deleteria e pericolosa, questo non significa che la politica ed i partiti non se la siano cercata!
La situazione attuale è figlia di una sfilza interminabile di schifezze, di manifestazioni di incompetenza (sarebbe riduttivo definirli errori!) e di comportamenti poco commendevoli, quando non di scandali. I Partiti Politici sono percepiti come comitati d’affari, come caste di privilegiati, come ricettacoli di immoralità e come dinosauri incapaci di dare risposte ai cittadini.
Tutto questo è vero?
Ahimè, in larga misura SI’, pur nel senso che preciserò fra poco!
E’ inutile girarci intorno, la politica ha dato un pessimo spettacolo di sé e gli esempi sarebbero pressoché infiniti.
Ci tengo solo a citarne un paio, molto recenti, che riguardano il nostro Partito. A livello nazionale il voto favorevole al ripristino delle “pensioni d’oro” dei superdirigenti: semplicemente inqualificabile (mi spiace, ma non mi convincono le scuse fornite).
A livello locale, la recente lista Sì TAV, formata insieme al PDL, presso il Comune di Avigliana. Ora, pur essendo molto distante dall’essere un NO TAV e nutrendo ben poca affinità con quel movimento, se abitassi ad Avigliana non credo che avrei potuto sostenere una lista del genere, anche se “ufficiale” del mio partito!
Questi fatti dimostrano che, forse, ci sta un po’ sfuggendo la realtà!
Per non parlare poi della scelta strategica fondamentale, pur comprensibile dal punto di vista della “responsabilità”, di appoggiare un governo di impronta nettamente Liberista (leggasi “di destra”), tecnocratico, soggetto agli interessi del mercato e delle banche.
E’ chiaro che, in questo contesto, la politica non può che continuare a perdere credibilità e fanno bene i cittadini ad essere infuriati con noi!
Mi perdonerete se sarò duro, spero che nessuno se la prenderà a male, ma vi devo confessare che, vedendo e sentendo queste cose, il mio stomaco è incorso in un grave imbarazzo! I sentimenti sono di sconforto, di depressione, mi viene de chiedermi se vale davvero la pena impegnarsi in politica in queste condizioni!
Sì, perché, vi posso assicurare che oggi fare politica è veramente difficile, sotto tutti i punti di vista e, la cosa più frustrante è il fatto che, quelle persone che si impegnano quotidianamente da mattina a sera nella politica e nell’amministrazione con fede, impegno e disciplina, sono disprezzati, aggrediti verbalmente e, talvolta, fisicamente, per ciò che fanno i loro partiti o più precisamente le loro classi dirigenti.
Sì, perché il problema è sempre quello.
LE FACCE!!!
La nostra classe dirigente, in particolare, è bloccata da un ventennio, terrorizzata da qualsiasi istanza di innovazione, balcanizzata in innumerevoli correnti, componenti ed aree in perenne conflitto fra di loro, aggrappata colle unghie e con i denti alle sue posizioni e, pertanto, pregiudizialmente ostile all’emergere di quelle personalità che potrebbero dare uno slancio al nostro partito ed alla nostra coalizione. E, ahimè, spesso i loro esponenti danno l’impressione (nella maggior parte dei casi, mi auguro, non corrispondente alla realtà) di essere molto più interessati alla tutela di determinati interessi economici e politici, piuttosto che al bene comune, come gli innumerevoli e recenti scandali (soprattutto nel campo del centrodestra, ma non solo) sembrano evidenziare.
Lo dirò senza riguardi: QUESTA CLASSE DIRIGENTE HA FALLITO!!!
Non è più credibile, non è più in grado di intercettare consenso, di offrire una soluzione alle difficoltà del mondo moderno.
I PARTITI NON SONO CREDIBILI, PERCHE’ NON LO SONO PIU’ I LORO VERTICI!
La soluzione, quindi, non è di buttare a mare i partiti, ma di RIFONDARLI. I partiti devono continuare ad essere l’elemento fondamentale della nostra democrazia, ma non possono rimanere uguali a ciò che sono stati negli ultimi vent’anni anni!
Se non si fa questo, i partiti sono destinati a morire e con loro la democrazia, trascinando il paese in una cupa epoca di tenebre. Già vi sono molti segnali inquietanti che stanno emergendo, non solo gli esiti elettorali. Pensate agli incidenti del I maggio, in cui è stato aggredito lo spezzone del PD, pensate all’ondata di suicidi e di follia legati alla situazione economica (su cui però bisognerebbe, forse, avere una visione più puntuale rispetto a quella che ci riportano i giornali), pensate ai recenti attentati di matrice eversiva!
Non so voi, ma io sento un brivido percorrermi la schiena!
Come si può fermare tutto questo?
Come si possono rifondare i partiti ed il PD, in particolare?
Credo che questa tornata amministrativa ci dia qualche spunto in questo senso.
Innanzi tutto si osserva che il PD ha tenuto (pur con qualche notevole eccezione), laddove si è presentato con una coalizione di sinistra.
Questo dovrebbe essere indicativo di qual è la direzione in cui cammina le sensibilità dell’elettorato, che è, sostanzialmente, la stessa che ha portato Hollande alla presidenza della Repubblica Francese. Ossia, un moto di rigetto verso la dittatura del mercato e della finanza, degli interessi bancari e corporativi e di una politica di cieco rigore che fa gravare il peso della crisi in primo luogo sui più deboli.
E’ chiaro quindi che si rende necessario tenere un profilo prettamente progressista, incentrato sulla ridefinizione del modello economico, in cui i mercati e la finanza abbiano minor peso dell’economia reale, in cui siano valorizzati piuttosto i diritti, l’equità, la redistribuzione della ricchezza e, soprattutto, la trasparenza, la moralità e la legalità. In altre parole, occorre un PD che guardi a sinistra (seppure il termine inteso in senso leggermente diverso da quello tradizionale, ma su questo ci vorrebbe una discussione a parte), almeno nei contenuti!
Secondo spunto che ricaviamo da queste elezioni, è che gli elettori sono arcistufi di messaggi incerti e contradditori. Mi ha lasciato esterrefatto leggere quanto La Stampa ha riferito ieri, ossia che un dirigente del PD ammette che "il crollo del PdL preoccupa molto, non si sa quanto possano reggere dopo questo voto"! Quando mai un partito si preoccupa per la sconfitta dei suoi avversari e per quanto essi possano reggere? Dovremmo impazzire di gioia e, se sono\siamo davvero convinti di avere vinto le elezioni amministrative, non solo non ci dovremmo preoccupare delle elezioni politiche, ma dovremmo augurarcele!
Credo che sarebbe opportuno che la semplicità (che non vuol dire superficialità!) torni ad essere una categoria della politica!
Il proliferare delle liste civiche e dei Grillini ci insegna che i cittadini, seppure schifati dalla politica tradizionale, hanno una grande voglia di partecipazione. I partiti devono essere in grado di aprirsi verso la società che vuole contribuire a determinare i destini collettivi, attraverso le primarie, certo, ma anche trovando nuovi metodi di partecipazione e di condivisione delle scelte, che non siano i soliti circoli ristretti di tesserati (che infatti, ahimè, stanno morendo!), le direzioni di partito o i convegni dove ci parliamo solamente addosso!
Infine il punto centrale.
Guardando anche solo a livello locale è emerso assai chiaramente come nel PD gli unici a vincere siano i giovani, gli unici a cui gli elettori possano ancora credere! A Grugliasco, nella lista del PD, i primi tre eletti sono under 30, a Caselle la prima degli eletti ha 30 anni, a Cavagnolo 28! Per non parlare degli innumerevoli ragazzi eletti nei consigli di circoscrizione l’anno scorso! I giovani sono, ormai, gli unici che convincono e sono quindi i soli che possono dare una speranza al nostro partito!
Il punto fondamentale della rifondazione dei partiti quindi è il RINNOVAMENTO!
Rinnovamento totale e definitivo della classe dirigente, con la sostituzione pressoché integrale di quella attuale, introducendo facce nuove, gente giovane, preparata, seria , competente e responsabile!
Non si offenda nessuno, ma se ci dovessimo ripresentare alla elezioni legislative dell’anno prossimo con le facce dei vari Bersani, D’Alema, Veltroni, Fioroni e compagnia, allora sarebbe davvero la fine nostra e di tutta la politica.
Hanno fatto la loro parte, in alcuni casi bene, ma il loro tempo è ormai passato!
Il rinnovamento è già in corso e, secondo me, è ormai inevitabile, ma bisogna favorirlo e soprattutto non contrastarlo, altrimenti potrebbe essere troppo tardi! Non mi piacciono termini quali “rottamare”, ma, per sottolineare l’urgenza della situazione, sono costretto ad usare un’espressione forte: MANDIAMOLI A CASA!!!
Questo, a parere dello scrivente, è il messaggio che i cittadini ci hanno lanciato in queste elezioni e l’unica strada per evitare che il paese precipiti nel baratro!
E per fare questo ci sarà bisogno di tutti, soprattutto della partecipazione di tutti!
La risposta alla crisi della politica non è l’antipolitica, non è l’astensione, ma la rifondazione della politica, la rifondazione dei partiti. La SOLUZIONE NON E’ FUORI DALLA POLITICA, MA DENTRO, attraverso la partecipazione, attraverso la speranza e attraverso il sostengo a quelle forze sane che, dentro i partiti, tentano di costruire un domani migliore!
Per salvare il PD!
Per salvare la Politica!
Per salvare l’Italia e l’Europa!
Si può ancora fare, insieme!
Speriamo che non sia troppo tardi…
Grazie per l’attenzione.
R. C. G. Tassone
- Consigliere Circoscrizione 8 (San Salvario, Cavoretto, Borgo Po), Torino
- Presidente delle Commissioni Uniche Scuole d'Infanzia e Nidi d'Infanzia
- Vicecapogruppo Partito Democratico
- Tesoriere Provinciale dei Giovani Democratici di Torino