DEMOCRAZIA, LEGALITA', PROGRESSO

giovedì 30 agosto 2012

LETTERA APERTA AL SEGRETARIO NAZIONALE DEL PD PIERLUIGI BERSANI DA PARTE DI UN GIOVANE AMMINISTRATORE DEL SUO PARTITO

Carissimi lettori. Per inaugurare questa pagina (http://www.facebook.com/notes/riccardo-tassone/lettera-aperta-al-segretario-nazionale-del-pd-pierluigi-bersani-da-parte-di-un-g/345596475526440) e questo blog, vi propongo la presente umile lettara aperta indirizzata al Segretario Nazionale del nostro partito, che propone alcune riflessioni ed alcune possibili soluzioni per la situazione attuale. Buona lettura e continuate a seguire, perchè nei prossimi giorni ci saranno novità...
 



Caro Segretario Bersani.

Sono un giovane consigliere della Circoscrizione 8 di Torino, eletto come secondo nella lista del Partito Democratico, alle elezioni amministrative 2011

Lasciate che vi parli con la totale franchezza derivante dalla passione e dalla carica di entusiasmo di un amministratore giovane ma che ha già acquisito un minimo di competenza amministrativa e politica anche in termini di rapporto fra elettori ed eletti e che dedica alla politica gran parte della sua vita.

Incomincio, a scanso di equivoci, a sottolineare la stima che nutro nei vostri confronti come amministratore e come persona. Credo che gli sforzi che avete profuso in qualità di Ministro dello Sviluppo Economico (sebbene improntate ad un certo liberismo economico) siano state di qualità ben maggiore rispetto a quelle messe in atto dai vostri successori, in una condizione politica, peraltro, alquanto complessa. Inoltre vi ritengo una persona di grande integrità ed onestà, qualità, purtroppo, non troppo diffuse nella politica italiana.

Il mio giudizio sul suo impegno come segretario è, in qualche modo, più critico, cionondimeno devo riconoscervi un merito: quello di avere fatto sì che il PD rimanesse integro in questi tre anni (seppure non in perfetta salute), in un quadro di trasformazioni profonde della politica italiana, nel corso delle quali alcuni partiti stanno letteralmente sparendo.

Ebbene, non cadiamo proprio alla fine del percorso, quando si incomincia a vedere la luce in fondo al tunnel! Non ci possiamo permettere di continuare a sopravvivere: dobbiamo incominciare a vivere!

E per questo, è necessario uno scossone profondo sulla nostra rotta!

Mi permetterò, con molta umiltà, di proporvi talune riflessioni e di suggerirvi alcune azioni che, a modo di vedere di chi scrive, dovremmo intraprendere per fare sì che questo possa accadere, peraltro, a mio avviso, interpretando buona parte della nostra base.

Incominciamo con il Governo Monti. Quando Berlusconi (per grazia di Dio) si dimise e la gente scese in piazza, giustamente, a festeggiare, voi doveste prendere una difficile decisione. Fin da subito ebbi dei seri dubbi sull’opportunità di sostenere un governo guidato da una personalità, per quanto autorevole e competente, di stampo marcatamente liberale, con la necessità di condividere le scelte fondamentali con il PdL, le cui responsabilità circa la difficile situazione attuale sono macroscopiche e la cui influenza in parlamento avrebbe ancora reso più problematico svolgere politiche adeguate, cioè progressiste.

Gli esempi sarebbero innumerevoli, ma mi limiterò a prendere in esame il decreto governativo, denominato “Spending Review”. Quest’ultimo, a parte tutto il resto, infliggerà un ulteriore colpo durissimo, soprattutto agli Enti Locali; ad esempio, per il mio comune, guidato, peraltro, da uno dei fondatori del nostro partito, persona autorevolissima e di grande esperienza, che ha già dovuto sostenere tagli pesantissimi e ha avuto gravi difficoltà a chiudere il bilancio, potrebbero essere guai seri! Ciò si inquadra in una logica accentratrice, tecnocratica ed, in qualche modo, aziendalista che vive con fastidio tutte le forme di democrazia rappresentativa (a cominciare dallo stesso parlamento) e che ha portato a colpire, sia in termini finanziari che strutturali, gran parte degli enti locali (province, comuni, circoscrizioni, ecc.).

Credo che voi, come segretario del nostro partito, dovreste farvi garante, presso il governo, delle istanze della nostra città e degli enti locali tutti!

Addirittura, nelle ultime settimane, si sono udite voci sempre più insistenti a proposito di un piano del Presidente del Consiglio (in qualche modo avvallato da alcuni autorevolissimi esponenti del nostro partito) che mirerebbe a fare modificare rapidamente la legge elettorale, a provocare un “crisi pilotata” e a fare svolgere nuove elezioni in anticipo, con un patto preventivo, di fatto, di sostenere nuovamente il governo Monti, disinnescando, così, la campagna elettorale e frenando tutte le istanze di ridare dignità alla politica, di proporre soluzioni politiche coraggiose e di rinnovamento.

Sarebbe davvero la morte definitiva della Democrazia!

Più in generale, nel PD si respira un’aria stantia, immobile e si ha la percezione di un’organizzazione che sembra avere perso il contatto con la propria base, la capacità di interpretare il proprio elettorato; i partiti sembrano sempre più dei giganti avvitati su se stessi, incapaci di cambiare, di mutare, di evolversi. Oppure dei mastodontici dinosauri, consapevoli di essere sul punto di estinguersi, terrorizzati da tale prospettiva, ma incapaci di mettere in campo quel necessario rinnovamento che permetterebbe loro di sopravvivere e di essere ancora protagonisti. Le persone non entrano più nei nostri circoli, non vogliono più iscriversi ed i partiti sono ormai degli scheletri, formati da innumerevoli dirigenti e funzionari che hanno una paura atavica e terrificante di perdere il loro posto e non fanno altro che cercare, in tutti i modi, di preservarlo!

Poniamo l’esempio delle alleanze. Presto il nostro partito si troverà stretto tra due opposti populismi: da un alto una destra antieuropeista, antitasse, probabilmente, incarnata una volta ancora dal Chi-Sappiamo-Noi, con le conseguenze che possiamo immaginare. Dall’altra il movimento di Grillo, altrettanto antieuropeista, qualunquista e sulla cui affidabilità (vedasi Parma) si possono avere alquanti dubbi. Sempre più spesso, come risposta a tutto ciò, sento pronunciare frasi quali “fronte anti-populista”, “prosecuzione del governo Monti”. E sembra che molti ritengano che l’unico possibile salvatore della patria sia un "ragazzo" nuovo appena affacciatosi sulla scena politica come Pierferdinando Casini!!!

Sono certo che non potete essere così ingenuo da non comprendere che una tale scelta sarebbe quanto di più lontano immaginabile da ciò che i nostri elettori ci chiedono. Per contrastare una spinta, diciamo pure populistica, ma che, in gran parte, porta avanti istanze che incarnano esigenze, giustamente, molto sentite, quali il rinnovamento, la partecipazione e la legalità, la risposta potrebbe essere una riedizione del governo Monti, in alleanza con l’UDC? Di rinchiudersi in un fortino di carattere neo-centrista, conservatore, liberista, contrario ad ogni istanza di rinnovamento che ha tanto il sapore di “salviamo il salvabile”?

Siete assolutamente troppo intelligente per pensare una cosa del genere!

È il momento di essere coraggiosi, spregiudicati in alcuni casi, alleandoci con partiti che diano messaggi forti (SeL e IdV), facendo proposte rivoluzionarie, che mirino a costruire una società più giusta, in cui il mercato e la finanza abbiano molto meno peso dei diritti delle persone, in cui le parole d’ordine non siano “ridurre lo spread”, ma “ridurre le differenze”, in cui la strategia non sia “tagliare”, ma “tassare i patrimoni e le rendite” e, con le quali, si prenda di petto la gravissima questione della povertà (11% di famiglie sotto la soglia di povertà, secondo l’ultima rilevazione ISTAT).

Sono altresì costretto a confessarvi che molti di noi si sono sentiti, in qualche modo, presi in giro da quanto accaduto nel corso dell’ultima Assemblea Nazionale. Il fatto di non avere permesso di votare gli ordini del giorno presentati da Giuseppe Civati, così come quelli sui diritti civili è qualcosa che grida vendetta!

Caro segretario, lasciate che ve lo dica in tutta franchezza: così non va bene, non va bene per niente! Se non cambiamo subito, decisamente, rotta, l’anno prossimo (o prima!) rischieremo di venire schiacciati nella morsa della coppia B. & G. (Berlusconi e Grillo!) e allora, sarebbe davvero la fine.

Ma c’è ancora una cosa che potete fare, PER SCONGIURARE TUTTO QUESTO, per dimostrare di essere un grande leader, che mette davanti a tutto l’interesse comune.

Posto che il percorso delle primarie per la premiership venga effettivamente avviato, resta il fatto che le candidature in campo, per lo meno quelle che si sono palesate finora, presentano gravi problematiche.

Io stimo molto Nichi Vendola ed, ma anche quella candidatura presenta dei profili di criticità e comunque sarebbe assai triste se il mio partito non fosse in grado di mettere in campo una candidatura su cui io (come molti altri) possa convergere!

Quelli che mi conoscono, sanno bene quale sia la mia opinione su Matteo Renzi, sulla persona, ma soprattutto sulla piattaforma politica: ultraliberista e di destra (ricordate “Sto con Marchionne senza se e senza ma”?). Eppure, perdonate se ve lo dico, voi e gli altri dirigenti del nostro partito, sembrate profondere ogni sforzo per spingere me e tantissime altre persone a sostenere tale candidatura e siete sulla buona strada per riuscire a convincermi!

Per tutte le ragioni che, spero, di avere enunciato con chiarezza, non potrei evidentemente sostenere la vostra candidatura, in quanto rappresentazione della difesa di uno “status quo” della nomenclatura, con caratteristiche prettamente di chiusura corporativa e di autodifesa, senza possibilità di essere compresa dalla maggioranza degli elettori.

Allora, rimane solo una cosa che potete fare: NON CANDIDARVI!

L’appello che vi rivolgo con la presente è di rinunciare a correre in prima persone per riaffermare la vostra leadership, mossa che, nonostante la vostra grande autorevolezza, rischierebbe di non essere intesa nel modo giusto. Vi chiedo di mettetevi a disposizione del partito, della coalizione e del paese, un principio che i politici di discendenza PCI, dovrebbero apprezzare.

Fate un passo di lato e proponete, in vostra vece, una candidatura giovane ed innovativa, di stampo prettamente progressista, che in qualche modo vi rappresenti, ma che sia in grado di conquistare quell’elettorato sempre più disgustato dalla politica, o, per meglio dire, dalla CLASSE politica attuale.

Chi dovrebbe essere questa persona, dovrete deciderlo voi, né io sarei in grado di farlo, ma vi prego di pensarci!

Questa è la premessa fondamentale, per sperare di salvare il centrosinistra ed il paese, ma non è sufficiente; vi è molto altro su cui lavorare e mi perdonerete se ora passerò dal “Voi” al “Noi”, perché, tutto quello che dirò fa parte di un percorso che dovremo costruire tutti insieme!

  • Elaboriamo un programma coraggioso ed innovativo, senza cadere nella tentazione del conservatorismo e del liberismo, ma che faccia una politica autenticamente progressista.

  • Ridiamo fiato agli enti locali (nucleo del rapporto fra i cittadini e la collettività e culla della nuova classe dirigente, così duramente bersagliati dei tecnici) sia in termini di trasferimenti che di democrazia rappresentativa.

  • Spingiamo per l’unica legge elettorale che garantisce realmente la rappresentatività (perché è quest’ultima che le elezioni debbono preservare, non la governabilità), ossia il proporzionale con PREFERENZE e piccola soglia di sbarramento con diritto di tribuna. Evitiamo sistemi pasticciati, come quello attualmente in discussione: misto tra collegi e liste bloccate. Peggio del porcellum!

  • Qualora non riuscissimo a realizzare ciò (come molto probabile) e dovessimo, nuovamente, presentarci davanti al corpo elettorale col Porcellum, facciamo le PRIMARIE PER I PARLAMENTARI, vi prego! Gli elettori non capirebbero più se ripresentassimo liste decise dalla segreteria del partito in base ad accordi di corrente!

  • Non cadiamo nella trappola di proseguire con il “Commissariamento del paese da parte dei tecnici” (cioè dei mercati!), lasciamo che sia la politica (opportunamente rinnovata) a riprendere il controllo delle sorti collettive; altrimenti detto, non proseguiamo l’esperienza (liberista e fallimentare, come dimostrano i 520 punti di spread di qualche settimana fa!) del Governo Monti, non cadiamo nella tentazione conservatrice di perpetrare la grande coalizione con partiti che dovrebbero essere a noi antitetici o, peggio ancora, di disinnescare totalmente le elezioni con un voto anticipato blindato, in cui i partiti si accordano già prima nel proseguire il sostegno al governo Monti!

  • E, soprattutto, diamo una fortissima scrollata a questo partito, in termini di facce, di idee e di metodi. Procediamo con un rinnovamento totale della classe dirigente, avviando un percorso che parta dalle elezioni politiche, per concludersi, con il completamento del vostro mandato, al congresso del prossimo anno. Rendiamo tassativo il limite dei mandati parlamentari, senza tentennamenti e soprattutto senza deroghe e trucchi: coloro che sono stati eletti prima del 2006 NON devono più essere candidati, senza sé e senza ma. Formiamo le liste attraverso i tanti giovani amministratori, bravi e competenti, che stanno emergendo negli enti locali in tutto il territorio nazionale! Per le personalità di grande esperienza ed autorevolezza come voi, o come altri, vi saranno molte opportunità di mettere a frutto le vostre competenze in altri modi (io vi vedrei benissimo, in questa fase così difficile, al Dicastero dell’Economia, dove potreste veramente contribuire ad invertire le sorti del paese!)

Forniamo al partito ed al Paese ALT(r)E PROSPETTIVE!

Fate tutto ciò e sarete ricordato come un grande uomo, un grande politico ed un grande statista, colui che ha salvato le sorti del PD, della sinistra e del Paese!

Altrimenti, caleranno le tenebre.

Sperando che abbiate apprezzato questi miei suggerimenti, vi saluto cordialmente, vi auguro buona fortuna e buon lavoro per le sfide impegnative che attendono voi e tutti noi e, attendo, se così vorrete, di leggere la vostra risposta.




                                 Dott. R. C. G. Tassone

-         Consigliere Circoscrizione 8 di Torino (San Salvario, Cavoretto, Borgo Po)
  • Vicecapogruppo PD
  • Presidente della Commissione Unica sulle Scuole d’Infanzia e i Nidi d’Infanzia.
  • Presidente della Commissione Speciale per il Decentramento.
-         Tesoriere Federale dei Giovani Democratici di Torino

domenica 12 agosto 2012

FERMENTO POLITICO E SELEZIONE DELLA CLASSE DIRIGENTE: UN’ALTRA PROSPETTIVA!


Nell'attesa che il blog completi il suo processo di ristrutturazione (sto lavorando indefessamente), vi propongo il seguente articolo da me elaborato e che è stato pubblicato anche sullo Spiffero, nell'edizione di ieri: http://www.lospiffero.com/ballatoio/un-tappo-blocca-il-rinnovamento-534.html
 

Propongo questo documento in risposta all’articolo apparso ieri sullo Spiffero dal titolo “Si Forma Ancora la Classe Dirigente?” scritto dall’On. Giorgio Merlo, senza alcun intento polemico, ma solo con la volontà di proporre un’interpretazione leggermente differente della situazione che l’On. denunciava, cercando di offrire ALTRE PROSPETTIVE.

E’ certamente vero che oggi vi è una grande spinta alla partecipazione “dal basso” che si concretizza nella volontà di proporsi in prima persona per incarichi di responsabilità; essa si origina, a mio modo di vedere, sia da un, perfettamente legittimo, desiderio di emergere, sia, soprattutto, dalla consapevolezza della necessità imprescindibile di un cambiamento di passo e di qualità della classe dirigente attuale. E’ pur vero che, spesso, questa spinta è male modulata ed esagerata nelle ambizioni, cionondimeno, come lo stesso onorevole riconosceva, rappresenta un sintomo di vitalità interna e quindi deve essere considerata positivamente.

Cerco però di dare una mia interpretazione personale alla “proliferazione di candidature” e, da fisico, cercherò di farlo con un’analogia.  Immaginate una bottiglia contenente una bibita gassata che viene scossa ripetutamente: il gas incomincerà ad esercitare una crescente pressione sul collo della bottiglia, in quanto bloccato da un tappo! Se non vi fosse il tappo, il gas fuoriuscirebbe in modo quieto. E’ dunque possibile che il fermento a cui l’On. faceva riferimento, sia dovuto ad una sorta di tappo che blocca il fluire del gas, ossia il ricambio della classe dirigente. Questo tappo, potrebbe essere rappresentato dall’immobilismo dell’attuale dirigenza del partito, che, dando segni evidenti di autoconservazione e tentando di mantenere la propria posizione, blocca le istanze di rinnovamento. Non sarebbe forse opportuno che chi ha la responsabilità di maneggiare la bottiglia si affretti a togliere il tappo, prima che questo salti, o, addirittura, qualora il tappo non saltasse, scoppi l’intera bottiglia?

Questione differente è quella che poneva l’On. circa la selezione della classe dirigente, il che, effettivamente rappresenta una questione complessa. Un primo strumento di misura della qualità dei politici, in particolare della loro capacità di rappresentanza, è il consenso che sono in grado di attrarre. Purtroppo i regimi elettorali attualmente in vigore, in primo luogo a livello nazionale, dando una discrezionalità esagerata alle segretarie dei partito, limitano molto questo strumento. Una soluzione, potrebbe essere di reintrodurre le preferenze a tutti i livelli.

Altra questione è quella della competenza, che riguarda, soprattutto, le cariche esecutive, comprese quelle monocratiche. In questo contesto, in primo luogo, si dovrebbe selezionare sulla base di un minimo di esperienza amministrativa. In secondo luogo, occorre, a mio modo di vedere, porre dei criteri oggettivi di competenza (anche legislativamente, se necessario) in rapporto alle deleghe che vengono assegnate: ad esempio, ho trovato quantomeno singolare che un avvocato si occupasse di istruzione.

In generale, però, occorre uscire dalla logica della “cooptazione stretta”, a livello di partito, ma ancora di più di gruppi e di correnti. È comprensibile che un partito, nel formare una squadra di governo, reclami un certo spazio di rappresentanza, non lo è invece che questo spazio sia attribuito unicamente tramite criteri di “amicizia”, ignorando ogni criterio di competenza

Infine, non mi pare che, effettivamente, tutti gli aspiranti dirigenti che emergono considerino il Parlamento come primo approdo, almeno, non fra quelli che conosco io. Semplicemente, molti ritengono di potere svolgere determinati ruoli, magari appena un gradino sopra a quelli che ricoprono attualmente, alle stesso modo, se non in modo migliore, di quelli che li oggi li occupano. Occorre progressività e buonsenso, ma, allo stesso tempo, non bisogna tarpare le ali a dei giovani dirigenti, di eccellenti qualità politiche, che, grazie ad un curriculum amministrativo già di tutto rispetto, possano ambire ad occupare uno scranno di Parlamentare, Consigliere Regionale o Sindaco di una piccola città.

Ma, in ogni caso, qualcosa occorre fare, perché, oggi gli elettori non credono più in questa classe dirigente! Se non si avvia un po’ di ricambio, alle prossime elezioni, rischiano di essere gli elettori a fare scoppiare la bottiglia!


Riccardo Tassone
Vicecapogruppo PD, Circoscrizione 8
Tesoriere Federale dei Giovani Democratici di Torino