DEMOCRAZIA, LEGALITA', PROGRESSO

giovedì 26 gennaio 2012

I Giovani Democratici: la foresta che cresce

Cari lettori,
i Giovani Democratici, l'organizzazione giovanile del Partito Democratico, sta vivendo un importante momento congressuale, che porterà al rinnovamento delle cariche a tutti i livelli e dovrà servire come piattaforma per il suo rilancio.
Fra qualche settimana, gli iscritti GD di Torino e provincia saranno chiamati ad eleggere il nuovo segretario federale, dopo quello cittadino.
Sperando di fare cosa gradita, vi propongo il documento congressuale di Matteo Cavallone, Capogruppo del Partito Democratico presso il Comune di Collegno, che presenta la sua candidatura a segretario provinciale, col mio deciso appoggio.



  • L’analisi
I GD, in questi 3 anni trascorsi dalla loro nascita, hanno avuto parecchi problemi nel farsi valere all’interno del proprio partito, ad organizzarsi in maniera stabile ed a diventare centro raccoglitore delle istanze giovanili all’interno del territorio della Provincia di Torino e non solo. Questo perché l’organizzazione è stata creata in maniera poco spontanea e si è dovuto fare un grosso lavoro di assemblearismo e radicamento territoriale solamente per renderla esistente su molti territori e per creare un coordinamento politico tra di essi, il che costituisce la base dell’azione politica di una qualsiasi organizzazione.
Tuttavia il lavoro fatto fin qui ha chiaramente delle ombre, ma anche dei punti di pregio che possono essere presi come elementi di forza da cui partire per ritarare la nostra azione politica; in questa analisi è importante mettere a fuoco luci e ombre per poter in seguito prospettare delle soluzioni.

  • Punti di partenza
Tra le cose che hanno funzionato bene in questa prima fase di fondazione dei GD, ci sono due punti che sicuramente rappresentano la grande forza che si è sviluppata in questa giovanile: le attività territoriali dei circoli, che si sono sicuramente rafforzate negli anni e che costituiscono un punto di pregio della nostra azione e la crescita più o meno spontanea di tantissimi giovani amministratori nella provincia di Torino.
Il primo fattore segnala una forte vivacità della nostra organizzazione e indica una potenzialità di crescita esponenziale della stessa, poiché il fatto che i circoli territoriali lavorino alacremente per essere presenti nel proprio territorio e mettere in campo una serie di iniziative volte a rendere partecipe la cittadinanza di ciò che la nostra giovanile fa, la eleva a fulcro della creazione di un’opinione pubblica più informata ed educata. Il secondo fattore, invece, indica una crescita lenta, ma costante di una classe dirigente, che, attraverso la pratica della politica nel luogo naturale dove essa deve essere esercitata (ovvero le istituzioni pubbliche), impara che cosa significa governare, gestire il consenso, fare azioni di prospettiva per la propria comunità, mediare tra posizioni diverse all’interno del partito ed avere un orizzonte ampio dei problemi che la nostra società ha di fronte. Il coordinamento di questi amministratori rappresenta per l’organizzazione la potenzialità di sviluppare politiche ampie e non settoriali, entrare nei dibattiti interni del partito e delle nostre comunità con una profonda coscienza dei problemi e delle loro possibili soluzioni. Questo è sicuramente il modo migliore per far crescere una nuova generazione di dirigenti del partito che possano gestire, meglio di come accade oggi, sia i dissidi interni sia la cosa pubblica, nell’agire politico di ogni giorno.

  • Problemi da risolvere
Le questioni, invece, su cui la giovanile dovrà ritarare la sua azione per migliorare la propria presenza nella società ed aumentare il suo peso politico sono essenzialmente due: la scarsa considerazione che godiamo da parte del partito di cui facciamo parte, anche dovuta al fatto che non sempre siamo presenti nei dibattiti interni con posizioni proprie ed unitarie e, sicuramente, la scarsa presenza nei luoghi dove sono presenti i giovani, che costituiscono il bacino elettorale cui noi dobbiamo rivolgerci.
I luoghi particolarmente importanti da presidiare per una giovanile sono le università, le scuole superiori e i luoghi di aggregazione giovanile; inoltre è essenziale mantenere i rapporti con le associazioni culturali e di volontariato sul territorio.
Per quanto riguarda l’università, i Giovani Democratici si sono dotati dell’organizzazione della RUN per entrare all’interno degli atenei e partecipare alle elezioni studentesche. Questa organizzazione, che ha avuto una nascita travagliata e difficile, si è rivelata essere una risorsa effettiva nella creazione di momenti culturali all’interno delle sedi universitarie e di gruppi di facoltà, i quali, anche se presenti solo in alcune di esse, stanno dando i loro frutti e si stanno allargando progressivamente. Tuttavia i Giovani Democratici dovrebbero cercare di rendersi protagonisti di alcune iniziative all’interno delle università in prima persona soprattutto sui temi di grande interesse pubblico, anche non strettamente collegati alla vita universitaria, che, al contrario, è di stretta competenza della RUN che costituisce un strumento molto utile di iniziativa politica in tal senso.
Per le scuole superiori il nostro strumento è la FdS, che raggruppa un buon numero di rappresentanti di  istituto del territorio, svolge un ruolo di coordinamento importante tra i vari istituti, ma deve essere più strettamente collegata ai Giovani Democratici, cioè i suoi documenti devono essere presentati alla nostra organizzazione almeno per sapere che cosa tale associazione fa e decide. La presenza nell’ambito scolastico sui nostri territori è abbastanza buona, perché in aree più periferiche rispetto alla zona centrale di Torino è più facile lavorare insieme agli studenti, più che altro per mancanza di soggetti politici in competizione con i nostri gruppi che invece sono presenti nel capoluogo. Noi dobbiamo sfruttare questa situazione per fare in modo di partecipare in modo attivo ai movimenti studenteschi, attraverso la presenza nei territori più periferici, ma non per questo meno importanti.
Per quanto riguarda i luoghi di aggregazione giovanile, la grande mancanza dell’organizzazione è sicuramente l’assenza di un luogo fisico di aggregamento, di riunione e di approfondimento culturale, che sia gestito, anche in maniera indiretta, dai Giovani Democratici e che possa avere il ruolo di avvicinamento dei giovani alla politica attraverso attività più ludiche e culturali, piuttosto che la stretta militanza partitica; d’altra parte può diventare un metodo di sostentamento economico dell’organizzazione.
Il mantenimento e l’aumento dei contatti con le varie associazioni del territorio è una questione che è fortemente legata al lavoro che i circoli territoriali devono fare e che coloro che sono stati eletti nelle istituzioni locali hanno, anche come espletamento del loro ruolo istituzionale, il compito di fare.

  • Soluzioni proposte
La nostra difficoltà nell’entrare nei luoghi che i giovani frequentano, nel porre dei temi forti e nell’essere incisivi sulle questioni che il partito si pone sono tutte derivanti dal fatto che la nostra organizzazione non discute al proprio interno dei temi che sono importanti e dividenti per il partito, sia per mancanza spesso di competenze da parte dei propri componenti, sia per difficoltà a prendere posizioni definitive da portare in maniera compatta ai consessi del partito. Per questo penso che per risolvere questi problemi si debba intervenire nei seguenti ambiti:

  • Organizzazione
Il ruolo del livello provinciale dei GD deve essere principalmente di coordinamento dei circoli territoriali, così da creare momenti e luoghi di elaborazione politica interna, di formazione politica su tematiche internazionali, nazionali e anche locali, volte a rendere patrimonio comune di tutti gli iscritti le campagne politiche che vengono portate avanti. Inoltre, esso deve dare la possibilità ai giovani di informarsi approfonditamente sulle problematiche della popolazione e sulle loro possibili soluzioni, nonché di formarsi una cultura amministrativa alta rivolta non solo agli amministratori locali presenti nella nostra organizzazione, ma a tutti coloro che sono interessati a questo percorso, con l’intenzione di aumentare le nostre rappresentanze nelle istituzioni.
Per questo servono delle iniziative che possano diventare tradizione dell’organizzazione, che rinsaldino periodicamente il rapporto tra gli iscritti ed i membri degli organismi dirigenti dei GD. In questo senso, per quanto riguarda la formazione politica, l’esperienza di “Vieni via con noi” organizzata dal circolo del Chivassese è sicuramente un’iniziativa che può avere le caratteristiche per diventare un appuntamento fisso per l’organizzazione. Allo stesso modo, è importante implementare la realizzazione di una festa dei Giovani Democratici, che sia un avvenimento fisso, autonoma nella decisione dei temi da affrontare e nelle modalità di organizzazione e di aggregazione popolare. D’altra parte bisogna anche cercare di trovare un luogo di aggregazione stabile per l’organizzazione, che ci consentirebbe di renderci polo culturale per altre associazioni e gruppi giovanili, ampliando così la platea cui i Giovani Democratici si rivolgono.
La formazione politica è sicuramente il tema organizzativo più importante da portare avanti, perché non solo è il modo migliore per creare velocemente una nuova classe dirigente che sappia governare bene il paese ed amministrare in maniera corretta gli enti locali, ma è sicuramente sintomo di maggiore libertà verso il PD, poiché approfondendo i temi, la giovanile può giudicare meglio la linea del partito e di conseguenza sostenere più convintamente le posizioni del partito, oppure avanzare proposte proprie serie ed approfondite scaturite da un profondo lavoro di informazione interna ed elaborazione politica.  
Tuttavia la creazione di una struttura organizzativa solida e forte non può essere scissa da una presenza ideale e tematica precisa sui temi dell’attualità e sulle necessità ed i problemi che tutti i cittadini si ritrovano davanti ogni giorni. Per questo, è importante, in fase congressuale, stabilire delle posizioni chiare sui temi che più ci appartengono ed indicare una modalità di processo decisionale dell’organizzazione chiara e precisa con una ripartizione dei compiti puntuale all’interno della giovanile


I temi politici più importanti per la nostra organizzazione sono sicuramente i seguenti:
  • Lavoro
  • Ambiente
  • Scuola
  • Università
  • Europa
  • Amministrazioni locali

LAVORO
Su questo tema i GD devono avere la forza di portare avanti delle campagne particolarmente concrete e puntuali, quindi cercare di andare oltre la più che giusta posizione del PD che sostiene l’incremento della tassazione sul lavoro precario e l’abbassamento della tassazione su quello stabile; dobbiamo cercare di comprendere la situazione reale di ogni singola questione concernente un mondo del lavoro estremamente variegato. Pertanto è necessario porre la nostra attenzione, oltre che ai contratti a progetto, anche ai contratti a tempo determinato, alle false partite IVA, ai contratti di collaborazione, ai tirocini formativi, ai contratti di cooperativa ed ai lavoratori atipici, senza dimenticare di mettere in campo azioni volte a rendere vantaggiosa, in Italia, l’imprenditoria giovanile e a favorire l’accesso alle professioni, attuando finalmente le liberalizzazioni degli ordini professionali, i quali impediscono a tanti giovani di iniziare ad esercitare il mestiere per cui hanno studiato.
A questo fine, il Dipartimento Lavoro Regionale sta portando avanti un positivo percorso di studio e di analisi, ma l’obiettivo della giovanile deve essere quello di giungere a formulare un progetto organico di intervento sul mercato del lavoro che possa poi essere comunicato a tutti quei giovani che si avvicinano in maniera più o meno frustrata al mondo del lavoro.
Per la grandissima importanza che questo tema ricopre per le nuove generazioni, verrà creato un forum  Lavoro Provinciale che servirà a far entrare meglio in contatto le proposte e le idee formulate a livelli più alti dalla nostra organizzazione e metterle in pratica e coniugarle con le realtà economiche e produttive della nostra provincia.

AMBIENTE
La questione della difesa dell’ambiente in cui viviamo è sicuramente uno dei temi più importante da sviluppare, in quanto racchiude in sé tantissime altre questioni, quali quella delle energie rinnovabili, dello sviluppo economico, della difesa delle risorse naturali e della vivibilità delle nostre città.
La non-sostenibilità ambientale e sociale del nostro modello economico costituisce certamente un incentivo a fare sì che avvenga, il prima possibile, una riconversione tecnologica volta a modificare sia le fonti energetiche di sostentamento del nostro tenore di vita, sia la modalità di costruzione delle nostre abitazioni e dei luoghi di lavoro, facendo sì che si consumi meno energia e si inquini di meno. Oltre a questo è necessaria una rivisitazione del modello di sviluppo economico che ci viene proposto. E’ fondamentale, quindi, rendere conveniente ed incentivare il commercio al dettaglio, la produzione a kilometro zero e la riscoperta dei prodotti tipici dei territori. Inoltre, la scarsità di risorse del pianeta ci pone il tema della gestione delle ricchezze naturali quali il terreno agricolo, l’approvvigionamento idrico ed il patrimonio naturalistico dei territori, che sono non solo importanti da salvaguardare per il valore di bene comune alla base della nostra sussistenza, ma anche perché una buona gestione di queste risorse aumenta notevolmente la qualità della vita dei cittadini. Dal punto di vista strettamente locale invece sarebbe importante portare avanti un approfondimento del tema del ciclo integrato dei rifiuti, cercando di capire quali possono essere le migliori pratiche politico-amministrative per la loro raccolta e smaltimento tenendo in considerazione tutte le problematiche che la tematiche comporta, cioè la salute dei cittadini, la loro qualità della vita, la sostenibilità economica delle aziende interessate all’ambito. Questo tema, infatti, diventerà sempre più preponderante in futuro e sarà uno dei principali temi con cui la nuova classe dirigente dovrà cimentarsi.

SCUOLA
La scuola e la formazione devono essere al centro del percorso politico che la nostra giovanile intraprenderà nei prossimi anni, poiché lo sviluppo di una cittadinanza consapevole e partecipe della vita politica, economica e sociale di un paese passa inevitabilmente attraverso l’istruzione scolastica ed il livello culturale che ciascuno riesce a raggiungere.
Tuttavia la scuola, in Italia, non è in uno stato incoraggiante, da una parte a causa dei tagli scellerati del Ministro Gelmini, dall’altra a causa dell’assetto scolastico mai veramente riformato, che non rispecchia le esigenze del nostro paese. Sicuramente in Italia gli istituti tecnici non sono abbastanza valorizzati e, soprattutto, dopo i tagli della “riforma”, non sono più sufficientemente professionalizzanti per poter creare delle figure tecniche di alto livello. Inoltre bisognerebbe riformare la divisione e la classificazione dei Licei, semplificando la scelta e proponendo degli indirizzi didattici differenziati a sufficienza, a seconda di quale Liceo si sia scelto. Sicuramente i GD non possono guardare ad una riforma dell’ambito scolastico volta solamente alla riduzione della spesa nel settore, ma devono guidare l’azione politica su questo tema seguendo delle considerazioni e degli indirizzi di tipo didattico.

UNIVERSITA’
Il tema principale che i GD devono portare avanti per quanto riguarda l’ambito universitario è sicuramente l’accesso allo studio accademico di tutti i ragazzi provenienti da qualsiasi strato sociale: è quindi necessario lottare per una maggiore quantità di borse di studio erogabili e per servizi ai fuori sede di maggiore qualità. Soprattutto, però, occorre ridisegnare l’università non solo per chi la frequenta tutti i giorni, ma anche per chi contemporaneamente lavora, con la consapevolezza che la maggior parte degli universitari non lavorano otto ore in ufficio dalla mattina al pomeriggio, ma hanno contratti precari con orari che cambiano di continuo e possono non lavorare per tutto l’arco di un anno; l’università dovrebbe adottare dei servizi rivolti a questo tipo di esigenze e certamente non solamente le lezioni serali.
Un altro punto estremamente importante che bisogna portare avanti come GD consiste nel battersi per realizzare un’università in cui gli studenti partecipino in modo integrale ai processi decisionali e di gestione dell’Ateneo, perché, attualmente, i rappresentanti degli studenti negli organi accademici hanno pochissimo peso politico e scarsissima possibilità di manovra; d’altra parte, l’elezione del rettore che viene svolta dando un peso eccessivo alla componente dei professori ordinari porta come conseguenza una gestione dell’Ateneo attenta di più alle necessità dei docenti piuttosto che a quelle degli studenti
L’università e la ricerca, inoltre, sono dei temi centrali per lo sviluppo economico e sociale del nostro paese e sono estremamente legati al futuro occupazionale della nostra generazione. In un mondo globalizzato ed in cui i prodotti italiani sono in costante competizione con quelli stranieri, i quali spesso arrivano dai mercati asiatici in cui il costo del lavoro è bassissimo, è chiaro che l’Italia non potrà mai competere ad armi pari con questi paesi per quanto riguarda il mercato del lavoro, anche perché dovrebbe derogare su tantissimi diritti dei lavoratori, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e ridurre ulteriormente il reddito delle famiglie italiane. Quindi l’unico modo che ha l’Italia per mantenere la sua competitività e la sua economia è quello di investire in modo sostanziale sulla ricerca e sullo sviluppo di nuove tecnologie in modo tale che il fattore di competizione del nostro paese sia la maggior qualità tecnologica, piuttosto che l’impoverimento della popolazione.

EUROPA
Più che di elaborazione politica, questo tema ha bisogno di una campagna di informazione politica molto forte; è necessario convincere la popolazione che l’unico modo che il nostro paese e tutti gli altri paesi dell’UE hanno per salvarsi dalla crisi economica e da quella del debito è il cedere una parte consistente della sovranità popolare nazionale ad un organo sovranazionale come è l’UE e dare a questa istituzione un valore molto più politico. Deve nascere un Governo Europeo eletto democraticamente, che deve rispondere al Parlamento e si deve riempire di scelte politiche un’istituzione che in questo momento è dominata troppo dalla tecnocrazia e dagli egoismi nazionali. La scelta Europea rappresenta per il centrosinistra l’unico modo per poter sostenere il modello economico socialdemocratico e con esso tutte le grandi conquiste che la civiltà europea ha ottenuto per i suoi popoli nel corso dei decenni come le tutele del wellfare, i diritti dei lavoratori e l’espansioni di grandi servizi pubblici aperti a tutti (come la scuola, la sanità, trasporti, ecc…).

AMMINISTRAZIONI LOCALI
Le amministrazioni locali più che un tema sono uno strumento atto a realizzare tutto ciò che la giovanile elabora e servono come banco di prova per i GD per confrontarsi con la sfida elettorale e quindi favorire il radicamento territoriale dell’organizzazione.
Inoltre, l’esperienza nelle amministrazioni locali è la palestra migliore per formare una nuova classe dirigente, permettendo ai nostri membri di venire a conoscenza della reale complessità dei temi che la realtà ci pone davanti, di imparare dei modelli di gestione delle risorse economiche dello Stato, di elaborare temi amministrativi che spesso sono al centro del dibattito politico locale e non solo e di apprendere come si fa a gestire il consenso che si deve mantenere con la cittadinanza, trovando le soluzioni in tempi rapidi ai problemi che ci si trova davanti.
Il rapporto tra la giovanile e le figure presenti all’interno delle amministrazioni locali deve essere di vicendevole scambio, cioè la giovanile può usare i suoi rappresentanti per portare avanti ciò che viene elaborato al suo interno e può dare anche degli indirizzi ideali che possono essere sicuramente da guida ad un’esperienza di amministrazione locale, mentre gli amministratori locali possono essere persone all’interno dell’organizzazione capaci di approfondire temi di grande importanza strategica e politica che spesso non sono discussi in maniera aperta nell’opinione pubblica e neanche nel partito.
E’ sicuramente necessario, al fine di creare una nuova classe dirigente, rafforzare il coordinamento dei giovani amministratori dei GD, perché la giovanile possa essere un luogo di scambio di proposte e di definizione di posizioni comuni su temi amministrativi preponderanti; inoltre occorre creare una scuola di formazione politica per gli amministratori locali e per chi volesse, in futuro diventarlo, dove si imparino delle competenze basilari come quelle di sapere come è costituito un bilancio di ente pubblico e a quali vincoli è sottoposto, le competenze dei vari livelli istituzionali, le leggi sull’urbanistica e le possibili gestioni dei servizi pubblici.

Per concludere c’è bisogno mettere in chiaro la questione della legalità: chi entra a far parte dei Giovani Democratici deve sapere che si inizia a far politica per spirito di servizio e di abnegazione alla comunità a cui si appartiene, per portare avanti dei valori radicati nella propria esperienza e che il rispetto delle leggi e la condotta morale limpida al di sopra di ogni dubbio o sospetto sono le basi per poter fare politica all’interno dei GD e per essere credibili su qualsiasi altro tema o questione che andremo ad affrontare.
Io, Matteo Cavallone, penso di avere un’esperienza politico-amministrativa abbastanza ampia da poter portare avanti il programma fin qui descritto e mi voglio candidare per poter dare il mio contributo a questa organizzazione, che può veramente essere il luogo dove può nascere un’intera classe dirigente capace di cambiare la politica sia nei volti, nelle modalità in cui essa spesso viene gestita, ma soprattutto nei temi.

Il Candidato a Segretario Provinciale di Torino dei GD
Cavallone Matteo
Trocino Domenico Fabio
Gavazza Andrea
Daniele Francesco
Barbero Fabio
Rivoira Luca
Filippi Roberto
De Giorgis Sara
Tilelli Marco
Di Pippo Luca
Nappi Guido
Cioria Ludovica
Aimino Rossano
Gozzellino Giorgio
Ferrara Domenico
Sciretti Marco
Maselli Mattia
Idili Leonardo
Valperga Paolo
Bonomo Francesca
Lippolis Luca
Zanella Vincenzo
Debernardi Trevor
Crimaldi Gianluca
Rumbolo Francesca
Lobianco Francesco
Corgiat Luca
Benvenuti Elio
Sarno Diego
Burdisso Federica
Depaolis Costanza
Dapino Riccardo
Cugini Paolo
Milani Daniele
Moro Alberto
Maseri Denis
Maggiora Mattia
Tassone Riccardo Carlo Giovanni
Gaito Emauele
Dolfi Debora
Favero Marcello
Baldassa Ivan
De Ruosi Simone
Vicentini Silvia
Trevisani Edoardo
Camandona Roberto
Conrado Fabrizio
Titli Marco
Truce Massimiliano
Carrera Federico
Toma Michelangelo
Pulie Repetto Lorenzo
D’Agostino Lorenzo
De Francia Paolo
Arminio Davide
Furlan Selene
Greco Claudio
Olivieri Silvia
Secondo Chiara
Morizio Carlo
Tosto Simone
Palmieri Marta
Steffenino Francesca
Ferrara Federico







R. C. G. Tassone

giovedì 12 gennaio 2012

DOCUMENTO PROGRAMMATICO CONGRESSUALE PER IL CIRCOLO DEI GIOVANI DEMOCRATICI DI TORINO

Cari lettori,
i Giovani Democratici, l'organizzazione giovanile del Partito Democratico, sta vivendo un importante momento congressuale, che porterà al rinnovamento delle cariche a tutti i livelli e dovrà servire come piattaforma per il suo rilancio.
Fra poco più di due settimane, gli iscritti GD di Torino saranno chiamati ad eleggere il nuovo segretario cittadino.
Sperando di fare cosa gradita, vi propongo la prima parte del documento congressuale che fa riferimento a Lorenzo Pulie Repetto, Consigliere della IV Circoscrizione, che presenta la sua candidatura a segretario, col mio deciso appoggio. Il resto del documento sarà elaborato grazie ai contributi degli iscritti.

A tre anni dalla fondazione dei Giovani Democratici, il bilancio che possiamo trarre circa il lavoro del nostro circolo è segnato da  successi e da alcune criticità. E' doveroso iniziare sottolineando i risultati e le iniziative che hanno valorizzato il circolo di Torino, quali, ad esempio, l’elaborazione dei documenti su primarie e trasparenza, l'approvazione all’unanimità da parte della Direzione Provinciale PD del documento sulla pubblicazione dei bilanci dei consiglieri comunali di Torino, l'elezione di diversi nostri iscritti nelle varie Circoscrizioni, i volantinaggi e i tanti momenti di confronto. Infine, è importante evidenziare come ciò che ha caratterizzato il Circolo di Torino sia stata soprattutto la continuità e la regolarità con cui i nostri iscritti si sono riuniti.

Ciononostante, non possiamo nasconderci quelle che sono state le problematiche che abbiamo incontrato. Abbiamo avuto difficoltà a radicarci e a portare avanti istanze incisive ed efficaci sotto il profilo comunicativo, non riuscendo ad acquisire visibilità e autorevolezza all’interno del partito di cui facciamo parte e ad essere presenti nel tessuto sociale ed aggregativo della nostra città, in particolare nella sua componente giovanile.

Le origini di queste criticità sono le stesse che affliggono tutti i livelli della nostra organizzazione, nonché del partito al quale essa fa riferimento. La nascita di entrambi i soggetti (partito e giovanile) è stata caratterizzata da una fusione fra due classi dirigenti preesistenti, attraverso accordi fra gruppi politici, senza promuovere l’emergere di una dirigenza che fosse realmente nuova ed innovativa. Ciò ha fatto sì che spesso sia mancata una sostanziale unità d’intenti, nonostante che, nel corso di questi tre anni, molte barriere politiche siano finalmente cadute, fatto cui non si può non guardare positivamente. La formazione di una nuova dirigenza è l’unica concreta soluzione per la costruzione di una piattaforma politica autenticamente e solamente “democratica”, capace di proporre una forma di aggregazione politica inedita e svincolata da schemi precedenti.

Il Partito e la Giovanile non hanno mai affrontato in modo definitivo il nodo della forma organizzativa con cui ordinare il proprio agire politico; di conseguenza ne hanno risentito in maniera negativa l'azione e l'efficacia delle iniziative e delle manifestazioni. All’interno del conseguente dibattito, sono emerse, anche all’interno del nostro circolo, posizioni favorevoli ad un’organizzazione in linea con i principi del “Partito Pesante”, caratterizzati dall’estremizzazione della democrazia rappresentativa, fondata sulla rigida dicotomia militanza – dirigenza, sulla imposizione di una linea politica e sul “centralismo democratico”. Questo atteggiamento, implementato ad esempio a livello nazionale, ha condotto spesso ad un deficit di democrazia, trasparenza e a distorsioni; prova è il regolamento che disciplina il presente congresso, il quale ha reso assai arduo il cammino di coloro che, eventualmente, avessero voluto contrapporre una propria candidatura a quella del segretario nazionale uscente. Tutto ciò fa sì che questo tipo di impostazione venga da molti percepito come “non democratico”.

La contrapposizione fra i fautori della linea del “partito pesante” e coloro che hanno un’idea differente di quella che deve essere l’organizzazione del partito e della giovanile ha fatto sì che, nonostante l’impegno costante e laborioso dei coordinatori che si sono succeduti, il confronto all’interno del circolo non sia risultato sempre costruttivo, il che ha determinato il fatto che il lavoro collettivo fosse in qualche modo menomato; sono stati, infatti, numerosi i tentativi, più o meno evidenti, di smontare e “disinnescare” le attività dei compagni.

Alla luce di tutto ciò, si ritiene che non sia più tempo di cercare a tutti i costi un compromesso, una sintesi fra diversi “blocchi”, ma di scegliere in modo netto e definitivo quale debba essere la strada che la nostra giovanile, nello specifico il nostro circolo, deve intraprendere per rilanciare la sua azione politica. Questo è ciò che il congresso dovrà stabilire, ossia se perseguire la via del “Partito Pesante” o se seguire la via, che potremmo chiamare di “democrazia partecipata” che noi proponiamo e che ora verrà illustrata.

Risulta necessario inaugurare una nuova fase nell’azione politica dei Giovani Democratici, in particolare nel nostro circolo. Per cominciare, è fondamentale dotarsi di regole definite per organizzare i nostri lavori, a tutela di tutti i nostri membri, assegnando compiti precisi in modo da avere dei punti di riferimento certi; bisogna garantire comunque l’efficacia dell’azione ed il momento della decisione, onde evitare situazioni di stallo.

Allo stesso tempo, bisogna favorire la massima partecipazione democratica, coinvolgendo nel processo decisionale la totalità dei nostri iscritti, senza preclusioni e chiusure rispetto a singole persone, gruppi o sensibilità politiche, garantendo la massima trasparenza in tutte le procedure deliberative. Occorre muoversi su un percorso di apertura e condivisione delle scelte. Dobbiamo mirare all’obiettivo di avvicinarci il più possibile all’ideale della “democrazia diretta”, tipica dei movimenti, implementando forme di collegialità delle scelte che possano essere anche da stimolo e da segnale per il Partito Democratico. È necessario valorizzare il pluralismo nella nostra organizzazione, considerando le opinioni di tutti i partecipanti ed offrire spazi in cui sia possibile esprimere dissenso, anche nelle sedi pubbliche, nei confronti di coloro che hanno incarichi di responsabilità, senza che chi critica venga additato come un traditore!

È, inoltre, fondamentale che i Giovani Democratici acquisiscano autorevolezza, non sempre dimostrata in passato, nei confronti del Partito Democratico, che sappiano essere sempre presenti nel dibattito ed, infine, che dimostrino coraggio nel prendere delle posizioni forti e nette, pur nel rispetto di tutte le posizioni interne al circolo, su determinati temi, in particolare quelli più delicati e divisivi (quali ad esempio quelli di ordine ambientale o etico), anche correndo il rischio di urtare delle sensibilità e degli interessi all’interno del partito. Dobbiamo essere il pungolo del PD, dimostrandoci in grado di stimolarlo e di aiutarlo ad assumere posizioni che siano più possibili forti ed avanzate; in un certo senso, dobbiamo costituirne l’“avanguardia”.

I GD devono, altresì, essere in grado di comunicare queste loro posizioni nel modo più diffuso ed efficace possibile, sia attraverso i mezzi messi a disposizione dalla tecnologia (sito web, Facebook, e-mail, ecc.), ai quali è necessario dedicare particolare attenzione, sia attraverso gli organi di stampa. Una delle iniziative più importanti, portate avanti dal circolo negli ultimi tempi, è stata la diffusione del, già citato, documento sulle Primarie per la scelta dei Parlamentari; questa deve essere la strada da seguire. È opportuno conseguire il risultato che i Giovani Democratici acquisiscano la maggiore visibilità possibile sia all’interno che all’esterno del nostro partito, che le posizioni dei GD siano sempre note e che i Giovani Democratici siano coinvolti nei processi decisionali del partito.

A questo fine, è doverosa una maggiore sinergia fra i Giovani Democratici ed il Partito Democratico, è imperativo che si stabilisca un rapporto più stretto tra il circolo dei Giovani Democratici ed i circoli circoscrizionali del PD ed i loro segretari, in modo da lavorare in stretto contatto e portare avanti iniziative comuni. Nel Partito Democratico di Torino, vi sono molti under 30, che però non conoscono o non considerano importante la giovanile: è necessario invertire questa tendenza, fare sì che i GD siano molto più visibili e autorevoli, e che, appena un giovane entra nella sede del circolo, i segretari locali del partito gli indichino il circolo dei GD. Dobbiamo davvero diventare un punto di riferimento per i giovani del PD.

Tutto ciò ci deve essere di supporto nel primario obiettivo di fare crescere numericamente il nostro circolo, in particolare nella sua componente femminile, con anche iniziative in grado di attrarre le ragazze. Negli ultimi mesi, il numero degli iscritti e dei partecipanti, è cresciuto in modo sostanziale e ciò va sicuramente annoverato nei nostri successi, ma certo ancora non basta. La possibilità di incrementare le dimensioni del circolo, sia in termini di numero totale degli iscritti, sia di numero di quelli effettivamente attivi, è strettamente connessa, oltre alla già citata esigenza di acquisire maggiore peso politico, visibilità e interesse nel partito, anche al tipo di iniziative che si mettono in campo.

In primo luogo può essere utile organizzare momenti di formazione interna, il che può essere portato avanti con varie modalità. Una di esse può essere quella di invitare i nostri iscritti, sulla base delle loro attitudini, competenze ed interessi, ad effettuare degli approfondimenti su determinati campi, per poi condividere le conoscenze acquisite con gli altri membri del circolo. Un’altra, consiste nell’invitare esperti di determinati argomenti di interesse per il dibattito politico (questioni ambientali, energetiche, funzionamento degli enti locali, ecc.) a momenti informativi rivolti ai nostri iscritti e a chi volesse eventualmente partecipare.

Oltre a questo, si renderà necessario proporre momenti di confronto con gli amministratori del PD (parlamentari, consiglieri, assessori, ecc.), per informare i nostri iscritti circa le politiche portate avanti dal partito e permettere loro di interloquire con chi quelle politiche le mette in pratica, lavorando di concerto con l’amministrazione, fino ad arrivare a formulare proposte e a coadiuvare gli amministratori nel portare avanti determinati progetti.

Allo stesso tempo, è essenziale che i GD escano più possibile dalla loro sede e dai luoghi chiusi, che sia resa più visibile possibile la loro presenza nelle strade, nelle piazze, nei mercati, ovunque vi sia aggregazione di persone. Negli ultimi tempi, il nostro circolo ha organizzato molti volantinaggi, ma, soprattutto, lo scorso ottobre, siamo usciti per la prima volta con il nostro banchetto, il nostro materiale e le nostre bandiere, in collaborazione col circolo PD della Circoscrizione 7. Si ritiene che questa sia stata una delle iniziative più importanti che il nostro circolo ha intrapreso nello scorso mandato, perché la presenza di banchetti e bandiere, ci da quella visibilità che dobbiamo assolutamente riuscire ad ottenere.

Allo stesso tempo, è fondamentale sforzarci di essere presenti nei luoghi di aggregazione giovanile, a cominciare ovviamente dalla scuola e dall’università, ma anche avviare percorsi di confronto con il tessuto associativo della nostra città, in particolare quello giovanile. Infatti, oltre a porci con quelli che sono gli strumenti tipici di un organizzazione afferente ad un partito politico, ossia quelli tradizionali che sono stati esposti, è primario implementare un approccio più di tipo movimentista, caratterizzato dal conseguimento di obiettivi specifici e dal confronto diretto con i cittadini e le realtà presenti nella nostra città. In quest’ottica un rapporto stretto con le associazioni è una necessità imprescindibile per la crescita, sia personale dei nostri iscritti, sia del nostro gruppo come esperienza collettiva e numerica.

Si considera altresì utile, mettere in piedi iniziative di natura ludico-aggregative (come il torneo di calcio a 5 cui partecipammo come GD), per favorire l’interesse e la coesione dei membri dell’organizzazione.

Unicamente qualora questi nostri obiettivi dovessero essere raggiunti ed il Circolo dei Giovani Democratici di Torino riuscisse crescere in modo davvero ragguardevole, diventando una realtà conosciuta e di grandi dimensioni, allora sarebbe possibile, nell'arco del mandato, laddove ve ne siano le condizioni e dopo un percorso di confronto il più possibile condiviso, sperimentare della forme di aggregazione di livello circoscrizionale o intercircoscrizionale, che si affianchino al Circolo di Torino.

Infine, è opportuno rimarcare nuovamente il fatto che, nel corso della scorsa tornata amministrativa, siamo riusciti ad eleggere molti nostri iscritti all’interno dei vari consigli circoscrizionali e ad avvicinare alla giovanile dei ragazzi che, sebbene non fossero inizialmente nostri iscritti, dopo le elezioni si sono tesserati. Tutto ciò ha costituito certamente un fatto molto positivo per il nostro circolo e su questa strada bisogna continuare. È imperativo valorizzare le esperienze amministrative dei nostri iscritti, occorre supportarli nella loro esperienza politica e mettere a frutto la sinergia positiva fra il circolo e i suoi rappresentati nelle amministrazioni.

E questa deve essere un po’ la vera missione della nostra giovanile. È opinione dei firmatari del presente documento, che il rinnovamento della dirigenza del Partito Democratico, sia condizione imprescindibile per il suo successo e la sua stessa sopravvivenza ed, in questo contesto, la Giovanile non può che essere lo strumento principale. Dobbiamo fare crescere una nuova classe dirigente, che sia il più possibile slegata dalle appartenenze precedenti, autenticamente e solamente democratica, in modo da contribuire in modo sostanziale al ricambio, in particolare generazionale, del nostro partito e della politica in generale. Questo significa, da un lato, fare sì che la nostra giovanile si caratterizzi come “palestra” in cui i nostri iscritti possano confrontarsi con la realtà della politica quotidiana, in modo da formarsi come amministratori e dirigenti politici. Dall’altro, è necessario che la giovanile, nelle occasioni elettorali, possa, con forza, ma anche con attenzione e valutando accuratamente le persone, proporre dei propri candidati per le varie cariche elettive e sia in grado di costituirsi in modo risoluto e determinante in un concreto supporto per i suoi candidati, al fine di favorire la loro elezione.

In conclusione, i principi fondanti della nostra proposta sono:
-         Trasparenza.
-         Democrazia interna.
-         Collegialità.
-         Pluralismo.
-         Autorevolezza.
-         Comunicazione e visibilità.
-         Formazione politica.
-         Rapporti con la società civile e l’amministrazione.
-         Aggregazione.
-         Rinnovamento

Queste solo le linee politiche che, si ritiene, il nostro circolo debba perseguire per favorire il proprio rilancio. Tale documento deve essere inteso non tanto come la proposta di una sola persona (e, nei fatti, non lo è), ma come la proposta collettiva di un gruppo di persone che ritengono di potere, in modo democratico e collegiale, dare un reale contributo alla crescita della nostra organizzazione. Proprio per questo, la stesura del resto del documento sarà aperta ai contributi di coloro che vorranno partecipare.


Lorenzo Pulie Repetto (Candidato Segretario)
Riccardo Carlo Giovanni Tassone
Marco Titli
Luca Lippolis
Francesco Daniele
Mattia Maggiora
Dennis Maseri
Lorenzo D’Agostino
Michelangelo Toma
Leonardo Idili
Ludovica Cioria
Mattia Maselli
Simone Tosto
Paolo Valperga
Sara Grimaldi
Francesca Steffenino
Roberto Filippi
Carla Debernardi
Jacopo Rocchi
Marco Castronuovo
Chiara Bortoletti



R. C. G. Tassone

Riqualificazione di Piazza Nizza

Cari lettori,
come avete avuto modo di leggere su "la Stampa" del 10 gennaio, a breve, finalmente, dovrebbero partire i lavori di riqualificazione di Piazza Nizza, a seguito della chiusura dei cantieri della metropolitana e in previsione del ritorno del mercato, attualmente spostato in corso Raffaello.
Oserei dire "finalmente", visto che i lavori sono stati più volte rinviati, al punto che avevo addirittura meditato di presentare un Ordine del Giorno per sollecitarne l'inizio.
Indubbiamente il borgo ha assoluta necessità che si riqualifichi quella piazza (compreso il manto stradale, sulle cui pessime condizioni avevo ricevuto una segnalazione, riporata al coordinatore di II Commissione) e che il mercato ritorni ad occuparla. Ci rallegriamo anche del fatto che, dopo molte incertezze, nel progetto definitivo, sia previsto che l'edicola rimanga sul lato della piazza in cui si trova attualmente.
Sperando di fare cosa gradita, di seguito pubblico dei "rendering" che mi sono stata inviati, i quali mostrano quale sarà l'aspetto della piazza a lavori ultimati.





















Credo che l'aspetto generale possa essere gradevole. Viglieremo affinchè i lavori partano effettivamente entro fine mese e che vengano rispettati i tempi di consegna, affinchè i cittadini del quartiere possano riapproiarsi, il più presto possibile, della loro piazza del mercato storica.


R. C. G. Tassone