DEMOCRAZIA, LEGALITA', PROGRESSO

lunedì 14 novembre 2011

Da Berlusconi a Monti, tra giubilo e inquietudine per il futuro.


Vi offro qualche considerazione estemporanea e a caldo, ovviamente frutto di una riflessione del tutto personale, su quanto sta accadendo in queste ore.

"Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto oggi alle ore 21.00 al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, onorevole Silvio Berlusconi, il quale essendosi concluso l'iter parlamentare di esame e di approvazione della legge di stabilità e del bilancio di previsione dello Stato ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto".

Donato Marra, Segretario Generale alla Presidenza della Repubblica


Queste parole, pronunciate il 12 novembre 2011, alle 21:41, segnano la fine di un incubo durato quasi quattro anni, e, si spera (per quanto non ne possiamo essere certi) anche la fine di quella che forse è stata la pagina più buia della Repubblica Italiana; una fase che ha generato, nel corso degli ultimi diciassette anni, un progressivo, gravissimo e forse irreparabile degrado della qualità democratica, sociale, economica, ma soprattutto morale e politica della nostra nazione.
I primi sentimenti che coloro i quali, come me, hanno fatto del contrasto a tale regime oscuro e perverso la propria missione civile e politica, erano, inevitabilmente, di giubilo e sollievo. È come se fosse stata rimossa una cappa di lugubre e nauseante disgusto che gravava soffocante su tutti noi e ritengo che le manifestazioni di ieri sera (che io avevo previsto) siano più significative di mille parole, anche quali rappresentazione esteriore di una reazione morale di rigetto del Berlusconismo, che, sebbene di certo non universale, oggi risulta, finalmente, maggioritaria.
Ma, subito dopo, sono stato colto da un sentimento di irrealtà e di paura del futuro. Per chi, anche per ragioni anagrafiche, ha  sempre vissuto in uno stato di “guerra perenne” contro il “nemico” che avvelenava la vita civile, sociale e morale del paese e ha profuso ogni sforzo per abbattere tale nemico, ora che, finalmente, l’obiettivo è raggiunto, sopravviene un senso di vuoto e sorge spontanea una domanda : “che cosa accadrà?”
Già, perché la fine del Governo Berlusconi (per la quale credo che la mia parte politica abbia avuto poco merito) non è avvenuta nelle circostanze in cui molti di noi si immaginavano e la situazione generale è tale per cui pochissime scelte sono facili.
In queste ore sta nascendo un nuovo Governo che sarà presieduto dal sen. Mario Monti e che sarà composto da tecnici di altissimo profilo. Esso avrà l’arduo compito di restituire quella credibilità al nostro paese che il Governo Berlusconi ha dissolto e che dovrà traghettarci fuori dal pantano in cui la crisi finanziaria ci ha trascinati.
Ma quale sarà la caratterizzazione di questo nuovo Governo?
Quali le misure che adotterà?
Non vi nasconderò che, a questo punto, mi sovviene una grande preoccupazione. Sembrerebbe, infatti, che lo scopo principale del Governo Monti sarà di introdurre quelle riforme economiche e sociali che i governi e le istituzioni europee (che, faccio presente, hanno una chiara impronta liberista e quindi di destra), impongono all’Italia per non rischiare un disastro finanziario per il nostro paese che trascinerebbe con sé anche gli altri paesi che aderiscono alla moneta unica.
Ed è questo il problema: la natura di quelle riforme.
Io temo che ci aspetti un periodo di grandi sacrifici, ma più ancora, temo che tali sacrifici saranno improntati ad una logica di stampo neo-liberista (per la quale Mario Monti si caratterizza) che comporteranno interventi sulle pensioni, sul mercato del lavoro (quindi problematiche relative ai licenziamenti, Art. 18, superamento del contratto collettivo di lavoro, ecc.), sugli enti locali (in termini di trasferimenti, ma anche di democrazia rappresentativa, come possibili tagli ad alcune istituzioni di governo locale), nonché privatizzazioni dei servizi pubblici locali (tema sul quale, credo, il referendum dello scorso giugno abbia dato una risposta univoca), dismissioni del patrimonio pubblico, mobilità nella pubblica amministrazione, ecc. Tutti provvedimenti di destra che un progressista, quale ad esempio sono io, non dovrebbe accettare!
Altra fonte di inquietudine è la caratterizzazione politica di questo nuovo governo, che imporrà una stretta collaborazione del nostro partito col Popolo delle Libertà, ossia con coloro che abbiamo contrastato politicamente per quattro anni (non sempre ahimè, col necessario vigore), che hanno portato questo paese sull’orlo del disastro e lo hanno devastato sotto il profilo morale. Da parte loro, i parlamentari del PDL profonderanno ogni sforzo per perseverare nella tutela degli interessi di Berlusconi, nel contesto del nuovo Governo
Come potremo spiegare ciò ai nostri elettori?
E che cosa accadrà se provvedimenti impopolari non verranno condivisi da tutte le forze politiche, dando un mastodontico vantaggio elettorale a formazioni più piccole non compromesse o poco compromesse con tale operazione, quali Lega Nord, IDV, SeL e Movimento 5 Stelle?
Queste sono alcune delle ragioni per cui la prospettiva di un Governo guidato da Mario Monti è fonte, per me, di profonda inquietudine. Con questo, non intendo affermare che il mio partito non debba appoggiare questo tipo di soluzione, perché sono ben consapevole della difficoltà del momento e delle spinte che ci orientano in questa direzione.
Che cosa bisognerebbe fare, dunque?
La mia opinione si può sintetizzare in questi quattro punti, che descrivono quale dovrebbe essere l’atteggiamento da tenere in questa delicata fase di transizione:

1)       E’ necessaria una forte vigilanza politica e l’imposizione, al nuovo Governo, di una sostanziale condivisione delle scelte fondamentali. In particolare è necessario negoziare puntigliosamente ogni decisione e mettersi di traverso su eventuali provvedimenti di “macelleria sociale” quali quelli che ho citato.
2)       Medesima considerazione riguardo a qualsiasi provvedimento che possa favorire direttamente o indirettamente Berlusconi, sul piano politico, imprenditoriale o giudiziario.
3)       La durata in carica del nuovo governo dovrà essere la minore possibile. In tele intervallo di tempo, dovranno essere varati i necessari provvedimenti di stampo economico, ma soprattutto, si dovrà approvare in tempi più brevi possibili una nuova legge elettorale (che, nella mia visione, dovrebbe essere proporzionale con preferenze), la quale dovrebbe essere la vera vocazione del nuovo governo. Fatto questo, nel giro di un paio di mesi, e, in ogni caso, ben prima della scadenza della legislatura, si dovranno convocare nuove elezioni che riportino la necessaria chiarezza di ruoli nella dialettica destra-sinistra!
4)       Nello stesso intervallo di tempo, anche in considerazione del fatto che, probabilmente, il Governo Monti avrà vita molto breve (essendo sostenuto da forze politiche che non credono in esso e che hanno deciso di appoggiarlo per mere questioni di forza maggiore), il PD si deve preparare alla prossima tornata elettorale. È difficile prevedere come si sarà evoluto il quadro politico in tale periodo (è probabile che il PDL, come lo conosciamo, non esisterà più, ma ho, ahimè, dubbi anche sulla tenuta del mio partito!) e quale sarà il sistema elettorale con cui si voterà. Qualora ci si confrontasse con un regime elettorale di stampo maggioritario, quale quello attualmente in vigore, è mia opinione che si dovrà procedere a stringere alleanze con forze che siano il più possibile antitetiche a quelle che hanno caratterizzato il Governo Berlusconi: è necessaria una coalizione di centrosinistra che racchiuda PD, IdV, SeL e altre forze minori. Credo che tale coalizione dovrà caratterizzarsi con una forte connotazione di “depurazione” del paese dal berlusconismo. In questo stesso contesto, si dovrà procedere all’implementazione di elezioni primarie per la scelta del leader di coalizione e (in caso di assenza di preferenze) dei parlamentari.

Queste sono alcune delle possibili soluzioni che, a mio modo di vedere, dovrebbero essere implementate per superare la fase di transizione dal Berlusconismo ad una parvenza di normalità.
Ma il quadro politico è in evoluzione e la domanda resta in sospeso: che cosa ci attenderà dopo il Berlusconismo e l’Anti-berlusconismo?
Solo il tempo ci potrà dare una risposata!


Riccardo Carlo Giovanni Tassone

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