Scrivo questo articolo di getto,
sotto la pressione di una valanga giudiziaria e mediatica che si sta abbattendo
sulle rappresentanze politiche a tutti i livelli, dopo la rivelazione dei fatti
inverecondi avvenuti nel Lazio. Quanto sta accadendo non potrà che distruggere
definitivamente la credibilità delle forze politiche agli occhi dell’opinione
pubblica, dare un nuovo impeto di forza al populismo ed offrire su un piatto
d’argento il pretesto a chi vorrebbe cancellare la democrazia rappresentativa e
la politica, per affidare solamente a dei tecnici burocrati le sorti del paese.
L’indignazione della cittadinanza
è perfettamente comprensibile e nota alla cronache, ma ciò che forse è meno
noto è l’indignazione della stessa “base” politica nei confronti di
comportamenti che stanno letteralmente distruggendo tutto il lavoro che i militanti
e gli amministratori onesti cercano, faticosamente, di portare avanti, giorno
per giorno.
Io sono ORGOGLIOSO di definirmi
un politico e come elemento di quella “base” di amministratori giovani,
volenterosi ed onesti (perdonate l’immodestia), voglio dire una basola chiara: “BASTA”!
Dico “BASTA” innanzi tutto ai
media e all’opinione pubblica. Con questo non voglio dire che la stampa non
debba informare i cittadini ed i cittadini non abbiano il sacrosanto diritto di
indignarsi, non sia mai che io passa affermare una cosa del genere. Invito
solamente a tenere ben presente che, a fronte di scandali inimmaginabili, veri
o presunti, della sussistenza di una casta di privilegiati dirigenti di partito
e consiglieri, esiste una classe politica silenziosa (perché non ha risonanza
mediatica) di amministratori che, sette giorni su sette, si impegnano per il
bene delle comunità che rappresentano, per un compenso minimo, spesso ricevendo
molti più schiaffi in faccia che gratificazioni. Laddove (alcuni) consiglieri
regionali e parlamentari si spartiscono somme di denaro faraoniche e del tutto
sproporzionate in quest’epoca (a prescindere che ciò venga fatto in modo lecito
o illecito), i consiglieri circoscrizionali ed i consiglieri comunali nei
comuni piccoli girano a piedi i loro territori cercando buche da riempire,
tentano di mandare avanti e di chiudere i bilanci dei loro enti, con estreme
difficoltà visti i continui tagli governativi e si prodigano nell’ascoltare i cittadini
che riversano su di loro tutte le richieste, le frustrazioni, le lamentele e,
talvolta, gli insulti per ciò che quei “signori” fanno, o peggio, non fanno!
Noi subiamo le conseguenze nefaste di ciò che accade ai livelli superiori al
nostro e su cui noi non possiamo avere alcun controllo. Rivolgo quindi una
preghiera ai media ed all’opinione pubblica: distinguete! Siate capaci di discernere
il “marcio” che la magistratura, per fortuna, riesce a portare alla luce in
certi frangenti, dal lavoro quotidiano e continuo di quegli amministratori che,
sul territorio, cercano di offrire ALTrE PROSPETTIVE.
Il secondo “BASTA” lo rivolgo ai
nostri dirigenti, ai nostri parlamentari ed ai nostri consiglieri regionali, del
mio partito, ma non solo. Non è vero che siamo tutti uguali, non è vero che non
c’è differenza tra i partiti e che il PD è eguale al PdL. So per certo che
tanto nel Parlamento, quanto nei consigli regionali siedono ottime persone e
voglio fermamente credere che la recente ispezione della GdF a Palazzo
Lascaris, non troverà nulla di anomalo, per quanto riguarda il gruppo
consigliare del mio partito. Eppure, credo che nessuno di coloro che hanno
avuto responsabilità di governo o di partito negli ultimi vent’anni, possano
dirsi del tutto estranei alla piega che stanno prendendo gli eventi. Non voglio
qui attribuire responsabilità specifiche, ma voglio proporre una riflessione
generale. L’esasperazione e l’indignazione dell’opinione pubblica hanno ormai raggiunto
livelli di guardia e mentre il governo sta cogliendo al volo l’opportunità per
una nuova stretta sulla democrazia (vedasi il taglio dei consiglieri, ad
esempio), rischia di essere troppo tardi per mezze soluzioni affannose tentate,
come accade, sull’onda degli scandali. L’unica speranza è una terapia d’urto,
uno shock, una cambiamento totale, che possa, forse, rassicurare l’opinione
pubblica sul fatto che la politica ed i partiti siano recuperabili.
Rivolgo quindi un appello ai
nostri dirigenti. Abbassare le indennità dei consiglieri regionali e dei
parlamentari (per non parlare poi dei dirigenti pubblici con compensi
sproporzionati rispetto a quelli dei loro dipendenti) è, non solo giusto, ma
doveroso, così come stoppare la spartizione di fondi fra i gruppi consigliari e
tutte le altre strategie che si cercano di implementare. Ma occorre di più,
occorre che facciate tutti un passo indietro! Non candidatevi più, non andate
più sui giornali ed in TV, compite un atto generoso lasciando pubblicamente il
passo ad una nuova leva di politici ed amministratori, che possano proporre
l’immagine di una rivoluzione totale nella politica e nelle istituzioni.
Ed un secondo appello lo rivolgo
ai miei coetanei giovani (veri) che si impegnano in politica ed anche a quelli
che non lo fanno. Ritorniamo a credere che l’attività politica sia la più
nobile delle attività umane, ritroviamo l’orgoglio dell’agire quotidiano per il
bene comune, torniamo a credere di potere cambiare davvero le cose. E
soprattutto uniamoci, lottiamo tutti i giorni per emergere e per fare sì che i
partiti, la politica e la democrazia, abbiano un futuro!
Solo noi lo possiamo dare!
Riccardo Tassone
(Vicecapogruppo PD, Circoscrizione 8; Tesoriere Federale dei Giovani
Democratici di Torino)
Paolo Cugini
(Consigliere PD, Comune di Rivalba)
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