DEMOCRAZIA, LEGALITA', PROGRESSO

giovedì 6 dicembre 2012

HA (RI-)VINTO BERSANI, MA…

Buongiorno a tutti,
vi riporto di seguito alcune brevi e pacate riflessioni circa l’esito del secondo turno delle primarie svoltesi lo scorso 2 dicembre.

  •       Innanzi tutto, complimenti vivissimi alla persona di Pierluigi Bersani, certamente individuo onesto e competente. Sono certo che, se riuscirà a vincere, sarà un ottimo premier; la mia preoccupazione, semmai, è sull’efficacia del personaggio come CANDIDATO Premier. Temo che, passata l’euforia post-primarie ed il conseguente lievitare dei sondaggi, ci potremmo dover confrontare con un brusco calo di consenso dovuto allo scarso “appeal” del candidato. Spero di sbagliarmi...

  •       In secondo luogo, rinnovo il ringraziamento per le migliaia di volontari che hanno reso tutto questo possibile. Essendo stato uno di loro, vi posso assicurare che si è trattata di un’esperienza veramente faticosa: svegliarsi alle 6 di mattina per recarsi al seggio, passarvi circa 15 ore di seguito, scrivere continuamente fino a farsi venire i crampi (in particolare nel I turno), effettuare gli scrutini, compilare i registri, sistemare i seggi, trasmettere i dati e (per i Presidenti) andare fino alle sedi di partito per consegnare i materiali; il tutto per due domeniche di fila. Vi posso assicurare, non solo che si è trattato di un’esperienza fisicamente molto pesante, me è anche assai raro che, oggi, qualcuno sia disposto a profondere, in modo volontario, un impegno di questo tipo, in particolare per la politica ed, in particolare, la domenica. GRAZIE A TUTTI!!!!!!!

  •         Di seguito sono riportati alcuni dei risultati:

-        Dato nazionale: Bersani vince col 60, 3% contro il 39,3% di Renzi.
-       Dato regionale piemontese: Bersani vince col 57,7% contro 42,2% di Renzi (migliore del dato nazionale di circa 3 punti).
-       Dato provinciale di Torino: Bersani vince col 60,1% contro il 39,8% di Renzi (allineato al dato nazionale, migliore di pochi decimi di percentuale).
-       Dato Circoscrizione 8: Bersani vince col 57,7% contro il 42,3% di Renzi (allineato al dato regionale, migliore di 3 punti rispetto al dato nazionale!)

Personalmente, non sono molto soddisfatto di questi dati. Ho sempre detto che non mi sarei mai aspettato una vittoria di Renzi, ma, francamente, mi attendevo un risultato leggermente migliore al I turno ed uno decisamente migliore al II. Configuravo un risultato più simile a 56% a 44%, ma evidentemente, il voto degli “altri” candidati, è stato più automaticamente trasferito di quanto mi sarei immaginato.

  •         Cercherò, però, ora, di indagare su come siano composti i voti bersaniani al II turno:

-       Voti d’apparato: I voti più strettamente legati alla campagna messa in campo dai “militanti” di lungo corso (del tipo “ciao caro, grazie di essere venuto!”), dai segretari e dai notabili della nomenklatura.
-    Pensionati CGIL: E’ ovvio che Bersani raccoglie il voto delle fasce più alte d’età, ma è anche vero che, come sempre, lo zoccolo duro del voto a Bersani è costituito dai Pensionati CGIL che costituiscono il blocco principale di quel sindacato e che sono ancora legati ad un modo di pensare vicino all’ “apparato”.
-    Moderati di Portas: Il partito di Giacomo Portas (ex-presidente della Circoscrizione 3, in quota Forza Italia), che ha garantito il sostegno a Bersani, è ancora una volta, stato decisivo per il successo del segretario, in particolare a livello locale (in Piemonte fa circa il 10%!!!)
-    Voti trasferiti dagli altri candidati: Tutti i candidati sconfitti al I turno si sono coalizzati col segretario in funzione anti-Renzi. Guadando i dati, pare proprio che Renzi abbia sostanzialmente raccolto gli stessi voti del I turno, segno che, effettivamente, la quasi totalità dei voti di Vendola, Puppato e Tabacci si sono trasferiti sul segretario, in modo pressoché automatico. Ciò è indice di una mobilitazione molto efficace, ma forse anche della paura di diventare ininfluenti in caso di vittoria del candidato rinnovatore ed è possibile che si sia avviata, nei confronti di Renzi, una reazione simile, nell’elettorato del centrosinistra, a quella che per decenni ha caratterizzato l’opposizione a Berlusconi. Onestamente, non mi immaginavo questo automatismo ed è evidente che, alla fine, non è stato il voto d’opinione a prevalere.

  •      Certo, l’ennesima figuraccia regolamentare non ha giovato. La scelta di limitare la partecipazione al secondo turno alla stessa platea elettorale del primo è stata semplicemente insensata: quando si è mai visto un ballottaggio in cui si limita il corpo elettorale? E respingere tutte le richieste di partecipazione successiva, perché “non giustificate” (come a scuola)? Assurdo! Fare andare tutti i “nuovi” votanti alla sede provinciale del partito? Risibile! Speriamo di non perdere questi voti alle politiche. Certo, ha sbagliato anche Renzi a dire di andare lo stesso ai seggi, ma, devo dire che, almeno nel mio seggio, non vi sino stati particolari problemi.

  •     Analizziamo ora i dati. Bersani ha ottenuto 1.393.990 voti al primo turno, mentre Renzi ne ha conseguiti 1.103.790: ora, supponendo che i voti conseguiti da Renzi e Bersani provengano in gran parte da elettori di “area PD” o affini (non credo alla teoria dell’inquinamento da destra) significa che l’elettorato di area PD è fortemente diviso, non tanto fra due personalità, quanto piuttosto fra due metodologie, due idee di partito radicalmente diverse. Al ballottaggio, in cui possiamo considerare che abbia votato una rappresentativa di tutta la platea del centrosinistra, appare chiaro che un 40% di tutto l’elettorato ha scelto quella via del rinnovamento totale.

  •           Ebbene, alla luce di queste percentuali e della piega che stanno prendendo gli eventi, si può dire che Renzi, o meglio ciò che Renzi rappresentava, ha vinto. Le percentuali ottenute, se commisurate al fatto che tutto l’establishment stava per il 97% da una parte, ci dicono che l’apparato post-PCI e la nomenklatura ventennale del partito, per la prima volta, incominciano a vedere erosa la propria base di consenso. Sebbene tale blocco si sia, ancora una volta, rivelato vincente, si può avere la sensazione che, finalmente, sia stata aperta una breccia e che sia stato avviato un processo che, d’ora in poi, risulterà irreversibile. La nomenklatura si è garantita un ultimo giro, ma possiamo ragionevolmente essere certi che sarà l’ultimo. Se Renzi avesse vinto, sarebbe stata una rivoluzione immediata, la stella della maggior parte dei dirigenti attuali sarebbe tramontata ed il sistema stesso sarebbe entrato in grave crisi. Tuttavia, nonostante la sconfitta, queste primarie ed, in particolare, la candidatura di Renzi hanno raggiunto, come detto, gran parte del loro scopo. Siamo partiti con un gruppo dirigente che dava la sensazione di avere fatto i conti senza l’oste, configurandosi un schema precostituito, in vista di una certa (nella fantasia di qualcuno) vittoria alla politiche. Invece, la candidatura di Renzi, oltre ad avere sparso una grande quantità di entusiasmo ed ottimismo, ha avuto l’effetto di instradare lo stesso Bersani (che forse, segretamente, ha riso sotto i baffi) verso un percorso di rinnovamento che, altrimenti, difficilmente avrebbe potuto avviarsi: vedasi il contemporaneo ritiro di D’Alema, Veltroni ed altri elementi di spicco della nomenklatura, vedasi le continue dichiarazioni di Bersani sull’importanza del rinnovamento. Tutto ciò sarebbe accaduto se Renzi non si fosse candidato o avesse ottenuto una percentuale molto più bassa? Non vorrei essere nei panni del segretario, nei prossimi mesi, quando si troverà a fronteggiare gli appetiti delle correnti che si sono attaccate a lui come un mitilo sullo scoglio e non potrà soddisfarle tutte perché, ormai, tutti, da lui, si attendono un passo avanti. Credo che ormai, il vento del rinnovamento abbia iniziato a soffiare e sarà davvero molto difficile arrestarlo. In questo senso affermo che Renzi ha vinto…

  •       Per quanto mi riguarda, siamo solo all’inizio. Al di là della persona di Matteo Renzi, con quale, come sapete, mi dividono molte questioni di contenuto, io continuerò (non più solo) questa battaglia per il rinnovamento vero del partito, un rinnovamento che deve essere innanzitutto di metodologie, ma che non può prescindere dal cambiamento delle persone, perché i metodi sono radicati nelle persone e se non cambiamo le persone, se non mandiamo avanti una classe dirigente che sia davvero innovativa, priva di cooptazioni e di prassi consolidate da decenni, non possiamo cambiare quei metodi. Il sistema politico attuale è al tramonto, ma non è ancora tramontato e noi dovremo tutti impegnarci per dare seguito a questo processo, a partire dalle prossime sfide che ci si parano davanti a cominciare dalle Primarie per i Parlamentari che dobbiamo assolutamente implementare, facendo sì che siano primarie vere, non i soliti arzigogoli con regole limitative, tipo fare votare solo gli iscritti, o simili. Io porterò avanti queste istanze e spero di non essere da solo a percorrere questa strada che ci dovrà portare a realizzare ALTrE PROSPETTIVE.


La sfida è appena incominciata…


R. C. G. Tassone
- Vicecapogruppo PD, Circoscrizione 8
- Tesoriere Federale dei Giovani Democratici di Torino

Nessun commento:

Posta un commento